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OSTUNI (BR). Lunedì 15 luglio 2013, a partire dalle ore 21, Paolo Franchi ha presentato il suo libro dal titolo "Giorgio Napolitano - La traversata da Botteghe Oscure al Quirinale", edito dalla Rizzoli, per la kermesse "Un'emozione chiamata libro". L'autore ha dialogato con Anna Maria Mori, il sindaco Domenico Tanzarella ed il pubblico del Chiostro San Francesco.
Nel suo libro, l'autore racconta la profonda vocazione politica che ha condotto Giorgio Napolitano a condividere e indirizzare il travaglio del suo partito, fino a diventare un esempio indiscusso di autorità morale e politica, anche nella crisi economica e istituzionale che stiamo attraversando. In questa accurata biografia, l'autore sottolinea: "Probabilmente Giorgio Napolitano non avrebbe gradito affatto, nemmeno nell'aprile del 1944, essere definito 'un intellettuale di avanguardia', come ha detto Togliatti e come vuole un lessico marxistaleninista che gli è sempre andato stretto" scrive Paolo Franchi "Ma è ancora più probabile che, senza la svolta di Togliatti, comunista, o almeno comunista a tempo pieno, non sarebbe diventato mai". A Napoli, durante la guerra, le sue prime passioni di giovane antifascista sono il cinema, il teatro, la letteratura, la poesia, la musica, vissute, al liceo Umberto e all'università, con molti ragazzi che si faranno strada, da Raffaele La Capria a Giuseppe Patroni Griffi, da Rosellina Balbi ad Antonio Ghirelli.
Ma la sua via all'antifascismo e al Pci passa anche per la scoperta dell'umanità dolente del ricovero antiaereo scavato davanti alla casa borghese della sua famiglia, sotto Palazzo Serra di Cassano, dove, per sfuggire a bombardamenti feroci, la povera gente dei "bassi" e del Pallonetto Santa Lucia si mescola con i "signori" dei piani alti. È in quel rifugio che Napolitano si scopre per la prima volta in grado di reagire persino agli eventi più drammatici con grande autocontrollo e ragionevole fatalismo, dimostrandosi capace di non perdere la calma "neppure di fronte all'Apocalisse", come gli riconosce, sorpreso e ammirato, Curzio Malaparte. È una virtù innata, ma anche molto coltivata, che praticherà per tutta la vita. Prima nel Pci, dove sin dai suoi primi passi in politica avrà per maestro Giorgio Amendola. Poi in Europa e nelle istituzioni, da presidente della Camera e soprattutto da capo dello Stato. In queste pagine Paolo Franchi, che lo conosce sin da quando nei primi anni Settanta era un dirigente della gioventù comunista, racconta la profonda vocazione politica che ha condotto Napolitano a condividere e indirizzare il travaglio del suo partito, diventando un esempio indiscusso di autorità morale, anche nella crisi economica e istituzionale che stiamo attraversando.
Per quanto riguarda il giornalista Paolo Franchi, nato a Roma nel 1949, ha lavorato con testate di prestigio come: "Rinascita", "Paese sera", "Panorama" e il "Corriere della Sera", dove è stato inviato, capo della redazione romana ed editorialista politico, e dove scrive tuttora. Dal 2006 al 2008 ha diretto il quotidiano "Il Riformista". Con Emanuele Macaluso, è stato condirettore del mensile "Le Ragioni del Socialismo".
Interviste a PAOLO FRANCHI (autore libro) e DOMENICO TANZARELLA (sindaco di Ostuni). Interviste a cura di FRANCESCO PECERE. Riprese e montaggio a cura di DANIELE MARTINI.[endtext]
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