Ostuni: Concita De Gregorio Un'emozione chiamata libro

[postlink]http://www.giornaledipuglia.tv/2013/08/ostuni-concita-de-gregorio-unemozione.html[/postlink]http://www.youtube.com/watch?v=KMT0R1RkNKYendofvid [starttext] OSTUNI (BR). Giovedì 8 agosto, per la kermesse letteraria "Un'emozione chiamata libro", a partire dalle ore 21 nel Chiostro di Palazzo San Francesco, la giornalista Concita De Gregorio ha presentato il suo ultimo libro dal titolo "Io vi maledico" edito da Einaudi. La giornalista e scrittrice si è confrontata con i lettori, con la giornalista Anna Maria Mori, curatrice della rassegna, e con il sindaco di Ostuni, avv. Domenico Tanzarella. Per quel che riguarda il libro, è il ritratto del Paese in cui viviamo "sempre sfocato dalle risse e dalle urla del presente che si fa piú nitido quando le piccole storie di ciascuno sono cucite insieme in modo da comporre una grande storia corale. «Io vi maledico» c'è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell'Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. «Io vi maledico», dice la figlia dell'imprenditore che si è ucciso strozzato dall'usura bancaria, la studentessa venuta dalla Puglia e mantenuta da genitori operai che trova chiuse le stanze dei baroni romani, il minatore del Sulcis che voleva fare politica per la sua gente ma non ha trovato posto, la sindaca della Locride minacciata di morte, che vede andare milioni di euro in fumo. Sale dalle manifestazioni di piazza, dall'indifferenza offesa degli italiani assenti, una rabbia che è insieme fragilità, impotenza. La rabbia giusta dei giovani indignati che contagia le città di tutto il mondo e quella cieca di chi lancia sassi. La rabbia: che se è una malattia portata dai topi uccide popoli interi, se è un vento rivoluzionario cambia il mondo, se è un fumetto fa divertire i bambini, se la governi ti è amica -- insegna Hulk, che di rabbia è verde. Se ti fai governare da lei -- in politica come in amore, nella vita di tutti e in quella di ciascuno -- hai già perso: l'uomo che ami, le elezioni, la fiducia in chi ti rappresenta o dovrebbe, la fortuna, la vita". L'autrice ci ha parlato della rabbia, un sentimento collettivo che fa parte della vita di ognuno di noi, capace di trasformare le nostre esistenze in storie senza futuro. Le storie raccolte dalla giornalista in un viaggio lungo la penisola e raccontate in questo romanzo corale, si fanno reportage e denuncia sociale. L'autrice lascia che siano queste decine di voci, di donne e di uomini, a parlarci del Paese che non va: del Paese dove i precari rimangono precari, dove i lavoratori delle fabbriche o delle miniere si ammalano di lavoro, dove neppure l'impegno di una vita basta per conservare un posto ed uno stipendio, falciati dalla logica della globalizzazione e dalla visione impersonale di amministratori delegati di aziende senz'anima. Sono storie che parlano di figli e di bambini malati di rabbia -- che a scuola viene chiamata iperattività - la stessa che i genitori stanchi e disillusi hanno in-segnato loro. Un romanzo commovente, una fotografia dell'Italia di oggi in cui i sogni sono diventati un lusso e la speranza una cattiva abitudine. Un popolo che vuole essere ascoltato e che non trova risposte. Intervista a CONCITA DE GREGORIO (giornalista ed autrice libro). Intervista a cura di EMILIO GUAGLIANI. Riprese a cura di FLAVIO CELLIE. Montaggio a cura di DANIELE MARTINI[endtext]

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