[postlink]http://www.giornaledipuglia.tv/2018/03/vietare-le-pubblicita-di-scommesse-e.html[/postlink]
http://www.youtube.com/watch?v=YVmiF8RSoAUendofvid
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In Australia il governo federale
ha annunciato il via al divieto di
annunci pubblicitari di giochi d'azzardo e scommesse durante tutte le trasmissioni sportive in diretta, tra le
5:00 e le 20:30, con decorrenza dal 30 marzo, in coincidenza con il secondo
turno della stagione AFL e il quarto turno del NRL. Una mossa abbastanza
ardita, della quale si discuteva da tempo, e che ha suscitato talmente tante
polemiche che… alcuni canali televisivi a pagamento stanno ottenendo
l’esenzione da tale divieto.
Ma per quale motivo si è scelto
di vietare tali pubblicità? E ha
davvero senso una simile iniziativa, tanto da poter essere replicata altrove?
Stando alle dichiarazioni
dell’esecutivo, il divieto è volto a ridurre l'esposizione dei bambini agli
annunci di scommesse, e si applicherà a partire da cinque minuti prima
dell'inizio della partita, fino a cinque minuti dopo la conclusione.
Tuttavia, il nuovo codice di
condotta, pubblicato dall'ASTRA (Associazione australiana televisione e radio),
include anche una controversa esenzione per i c.d. “canali televisivi sportivi
a basso pubblico”, tra cui rientrano anche alcuni big come ESPN, ESPN2 ed Eurosports. ASTRA ha sostenuto che
questi canali fornivano “copertura di nicchia” di alcuni eventi all'estero, a
un piccolo numero di fan molto fidelizzati, e sarebbero diventati non
sostenibile se le entrate pubblicitarie fossero diminuite.
Insomma, il principio di tale
esenzione è che alcuni canali ne avrebbero sofferto in modo sproporzionato, e
considerato che sono pochi i bambini che li guardano, è stato deciso di
predisporre un’esenzione ad hoc, concedendo il permesso di trasmettere annunci
su giochi d'azzardo e scommesse ogni due ore durante i cosiddetti
eventi sportivi più lunghi, come il tennis o il cricket.
Insomma, così come strutturato il
divieto non solo sembra essere discutibile di per sé, ma rischia anche di
creare profonde discriminazioni tra i vari canali. Le stesse associazioni degli
utenti televisivi, se in parte hanno accolto con favore molti dei cambiamenti
annunciati, in parte sono rimasti basiti per il diverso trattamento dei canali
sportivi, dichiarandosi dunque abbastanza scontenti.
Rimane poi da chiarire quale
potrà essere la reale utilità di una simile mossa, e se effettivamente possa
essere giudicata talmente positiva da poter essere copiata anche altrove. A ben
vedere, infatti, la maggior parte degli operatori, come NetBet,
è già impegnata attivamente per poter sensibilizzare una incrementata
consapevolezza nei giochi online e nelle scommesse, e un trattamento di questo
tipo corre il rischio di allontanare l’utenza che effettivamente potrebbe
essere interessata da questo business, con la giustificazione di proteggere i
minori che, a ben vedere, non potranno comunque tecnicamente fruire delle
piattaforme di betting
online.
E voi che cosa ne pensate?
Ritenete che questa forma di divieto possa servire? O che sia una iniziativa
scarsamente produttiva di effetti positivi sotto il profilo sociale ed
economico? E in Italia pensate che le forme di tutela per evitare degli abusi
nel settore siano sufficientemente severe, o gradireste invece valutare una
“stretta” normativa in alcuni frangenti?
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